Turismo in Barriera di Milano, quartiere operaio e industriale di Torino. Scopri le sue attrattive sulla nostra sezione dedicata! https://www.vivoin.it/turismo/
Il quartiere Barriera di Milano si trova nella zona nord di Torino, ed è un quartiere ottocentesco sorto in conseguenza dello sviluppo industriale della capitale sabauda. Alcuni allievi del Liceo Einstein di Torino, indirizzo Scienze Umane, hanno partecipato nella primavera 2022 ad un progetto (PCTO Laboratorio con Testimoni del Territorio) di scoperta del territorio e delle sue emergenze attraverso la visita e la conoscenza di edifici, storie, associazioni e persone che sono presenti in questa zona di Torino.
Vi presentiamo i sei percorsi attraverso le strade di Barriera di Milano, con una mappa interrogabile e tutti i riferimenti. I percorsi, a piedi, hanno una durata di 2 ore circa.
Qui è possibile accedere ai percorsi PERCORSO 1 – PERCORSO 3 – PERCORSO 4 – PERCORSO 5 – PERCORSO 6
PERCORSO 2 LA CINTA DAZIARIA
Le cinte daziarie sono due: una del 1853-54, che passava in corso Novara, e una più ampia, del 1912, che attraversava Corso Grosseto in Piazza Rebaudengo. L’ istituzione della cinta daziaria del 1853 è conseguente dello Statuto di Carlo Alberto del 1848. La legge del 7 ottobre 1848 sulle amministrazioni comunali, equiparando Torino agli altri comuni, diede la possibilità alla città di imporre e riscuotere dei dazi sul consumo. La cinta daziaria divideva il territorio comunale anche dal punto di vista della normativa: all’interno della cinta si applicvaano strumenti di controllo a scala urbana ed edilizia, come piani di ampliamento e regolatori, regolamenti d’ornato, edilizi, d’igiene; all’esterno della cinta dapprima si verificò una assenza quasi totale di strumenti di controllo dell’attività edilizia, poi vennero gradualmente introdotte norme sull’edificabilità lungo gli assi viari di accesso alla città, insieme a norme sull’ espropriazione per causa di pubblica utilità.
Fuori dalle “barriere”, ovvero dai casotti dove si riscuoteva il dazio, iniziarono a formarsi degli agglomerati urbani spontanei, tra i quali forse il più importante è la Barriera di Milano, cioè il quartiere spontaneo che si insedia fuori dalla Barriera della Strada Reale per Milano, che corrisponde all’attuale corso Vercelli. Le barriere del 1854 furono tutte demolite con la costruzione della nuova cinta daziaria nel 1912, tutte tranne una, che si trova ancora su Corso Moncalieri.
Edifici fuori cinta in Barriera di Milano: le vecchie cascine

In Via Fossata vi è la ex cascina “Pan e Vin”, presente inizialmente in una zona di campagna, come testimoniano le strade poderali del luogo,(via Fossata, appunto che corre storta rispetto alla maglia viaria). Fu in seguito inglobata nel tessuto urbano, vicino a Corso Giulio Cesare (un tempo chiamato Corso Ponte Mosca a causa della presenza dell’omonimo ponte). Attualmente ospita case di abitazione e sul fronte di corso Vercelli una pizzeria.
I magazzini Docks Dora

I Magazzini Docks Dora sono stati costruiti fra il 1912 e il 1914, in concomitanza con la nuova cinta daziaria di Torino (la cosiddetta cinta Rossi del 1912). L’area scelta per la loro costruzione non fu casuale, in quanto prossima sia alla ferrovia sia a molte delle più grandi industrie cittadine dell’epoca. A seguito di una delibera comunale datata 30 ottobre 1912, la Società anonima Cooperativa Docks Torino-Dora costituì i nuovi magazzini generali a nord del fiume Dora, affidandosi alla progettazione dell’ingegnere Ernesto Fantini e alla costruzione edile dell’impresa Porcheddu. L’impresa Porcheddu , fondata da G. A. Porcheddu, all’epoca era concessionaria del sistema Hennebique, un innovativo sistema edilizio basato sui primi utilizzi del calcestruzzo armato; fu proprio a questo sistema che si ricorse nella costruzione dei Docks Dora. Il corpo dell’edificio, i cui prospetti si presentano in mattoni rossi a vista, risulta diviso in due aree principali: quella a sud, formata da quattro padiglioni disposti a tridente e quella a nord, nella parte retrostante del complesso, composta da fabbricati paralleli di differenti altezze. Di particolare rilievo è l’ingresso dei magazzini posto su Via Valprato, su cui capeggia la scritta “Magaz. Dora MCMXII”. Bisogna ricordare la figura di G. A. Porcheddu, sassarese di umili origini che riuscì a conseguire ben tre lauree in ingegneria presso il Politecnico di Torino negli anni ’90 dell’ottocento, e a cui si deve la diffusione delle costruzioni in cemento armato in Italia: egli realizzò oltre 2600 opere nell’innovativo materiale.
Al pari dei coevi Docks Porta Nuova, il nuovo impianto mercantile offriva servizio di custodia e conservazione merci (soprattutto generi alimentari) in franchigia daziaria. Diverse furono le funzioni assolte dai magazzini, che fra l’altro contavano torrefazioni e attività di lavorazione enologica e dolciaria. I locali interrati ospitavano vini e formaggi, mentre una cella frigorifera occupava un’intera manica e riforniva di ghiaccio la città. I vagoni, inoltre, giungevano nello scalo grazie ad un raccordo con la rete ferroviaria ed un sistema di binari a giro, che permettevano di scaricare le merci direttamente in banchina.

I magazzini generali rimasero in attività per tutto il primo Novecento e per un paio di decenni nel secondo dopoguerra, andando incontro alla dismissione negli anni sessanta. Attualmente ospitano tantissime attività; studi di registrazione, laboratori artigiani, bar e locali, atelier d’artista, associazioni culturali e teatrali..
La prima attività visitata è stata quella denominata “Sisters in Lab”, delle sorelle Cristina e Elena Piazza, nel padiglione F. Tutte le loro creazioni sono realizzate con resina tessile, uno speciale tipo di resina che mantiene a livello tattile e visivo la naturalità del tessuto che viene utilizzato. Qui la classe ha “toccato con mano” diversi tessuti ed è stata omaggiata con un biglietto da visita con annesso un pezzo di stoffa. [NB: il laboratorio di SistersinLab ha cessato l’attività nel 2023]
Ci si è poi recati presso l’associazione teatrale l’ Asola di Govi, un progetto culturale di persone attive nella musica, spettacolo, letteratura e arti visive. Il sogno comune è promuovere le arti in ogni loro forma espressiva, sperimentando e confrontando le diverse esperienze per realizzare spettacoli, laboratori di teatro e workshop con esperti e cultori del bello. Il sogno comune è promuovere le arti inogni loro forma espressiva attraverso la sperimentazione e il confronto. Qui l’ attore Pino Potenza ha mostrato il concetto di spazio e l’organizzazione di uno spettacolo. Le attività dell’associazione si possono seguire alla loro pagina facebook: https://www.facebook.com/asoladigovi
In seguito la classe ha visitato gli studi di due artisti che hanno il loro atelier di fronte all’Asola di Govi: Angelo Barile e Rosanna Giani, che hanno mostrato le loro opere di stile figurativo. Angelo Barile ha incarnato al meglio la ridefinizione del linguaggio della pittura che ha caratterizzato la stagione concettuale e post moderna, dimostrando la costante attualità di questa antica disciplina : dai Nuovi Nuovi, al “medialismo” degli anni Ottanta e Novanta, per giungere alla predominanza attuale del neo pop e della street art. Rosanna Giani, con i suoi quadri floreali realistici e variopinti, ha uno stile figurativo. Gli studenti hanno anche ricevuto un calendario a scelta come regalo.
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Uno specchio rivestito in resina tessile di Sistersinlab -
Una foto dello studio di Angelo Barile -
Un momento della performance di Pino Potenza
E’ stata la volta di incontrare artisti che lavorano con la fotografia. Con Diego Dominici si è avuta l’opportunità di entrare in contatto con una tipologia di fotografia molto progressista e con un significato profondo. I temi presentati nelle fotografie erano soprattutto riguardanti la visione della società e della religione.
Si è visitata la sede dell’associazione Camera Oscura: con Ferdinando Vella la classe ha preso coscienza di come sono fatte le fotografie analogiche in bianco e nero, realizzate attraverso dei negativi analizzati e lavorati, in seguito sviluppati nella camera oscura.
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Una fotografia di Dominici -
Una delle stanze dell’associazione Camera Oscura -
Il logo di Camera Oscura
Testi dell’itinerario elaborati dagli allievi della 3a del Liceo Scienze Umane Einstein di Torino. Revisione arch. Daniela Re. Tutor Dott.ssa Barbara Bertola.